By: Redazione
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È nelle città che gli effetti delle dinamiche globali, compresi quelli legati all’insicurezza, divengono visibili anche all’osservatore più distratto. Criminalità e senso di insicurezza si rendono visibili, attorno alle stazioni, ai margini dei quartieri gentrificati, nelle aree abbandonate. Diventano visibili segni di dinamiche criminali e di emarginazione che condizionano la vita di una città, così come gli equilibri e l’attrattività di alcune aree urbane. Quando le persone si sentono minacciate, modificano il loro stile di vita e, di conseguenza, il modo in cui vivono la città quotidianamente. L’insicurezza nelle città è prodotta da una complessa serie di fattori, tra cui il tasso di povertà e di disuguaglianza ed il grado di coesione sociale, le dinamiche legate alla criminalità nazionali e internazionali, la gestione dei flussi migratori, la presenza e la modalità d’azione delle forze dell’ordine. Infine, il modo in cui la città è progettata, disegnata e vissuta può acuire certe situazioni di insicurezza o al contrario concorrere a rendere le aree urbane più sicure.
Negli ultimi mesi i temi della sicurezza e della micro criminalità occupano uno spazio importante nel dibattito pubblico fiorentino. I reati che sembrano destare più preoccupazione secondo quanto riportato dai Comitati riguardano il fenomeno delle “spaccate”, il traffico di droga, le baby gang. I problemi riguardano soprattutto alcune zone di Firenze come il Parco delle Cascine, la Stazione di Santa Maria Novella, San Jacopino, la Fortezza, Via il Prato, Via Palazzuolo, Piazza Leopoldo. A Marzo si è formato un coordinamento fiorentino chiamato “Insieme per la sicurezza di Firenze” che chiede alle autorità competenti di intervenire con maggiore incisività.
Una manifestazione per chiedere sicurezza del 2024; Fonte: 055firenze;
A febbraio un gruppo di cittadine di Firenze ha condotto una indagine online con l’obiettivo di raccogliere voci, percezioni ed esperienze sul tema della sicurezza[2]. Pur non essendo il campione (poco meno di 500 risposte raccolte in circa due settimane attraverso un meccanismo di condivisione sui social di un link e non attraverso un campionamento statistico appropriato) rappresentativo dell’intera popolazione, le risposte ricevute sono utili per avanzare alcune ipotesi e riflessioni.
I dati mostrano che circa una persona su due non si è sentita al sicuro negli ultimi sei mesi a Firenze. Il il 68% del campione ha indicato tra le condizioni che determinano maggiormente la condizione di insicurezza è la presenza di persone in stato alterato; il 63% il degrado urbano (inteso come immobili dismessi, incuria dell’ambiente) ; il 51% la scarsa illuminazione; il 25% la mancanza di negozi e locali aperti. Sempre la stessa inchiesta mostra che più del 70% delle donne ha cambiato comportamenti a seguito di preoccupazioni legate alla sicurezza contro circa il 40% degli uomini, che rimane comunque un dato elevato (Tab 1-2)
Figura 1-2. Percezione di insicurezza e modifica dei comportamenti di uomini (M) e donne (D) a Firenze. Fonte: dati raccolti tramite questionario autosomministrato; n=494;
Il questionario conteneva una sezione aperta, dove le persone potevano raccontare in che modo hanno cambiato comportamenti. I dati sono accessibili online ed abbiamo raggruppato le risposte in alcune categorie:
Tipologie di cambiamenti | Estratti dal questionario |
Cambio di percorsi e modalità di trasporto | “Preferisco non prendere la tramvia”; “non passo più dalla stazione”; “non vado a piedi alla coop”; “Non vado più alla fortezza” |
Vigilanza e precauzioni personali | “Sto più attento a dare le mandate uscendo di casa” “Tengo le chiavi di casa fra le dita della mano” “Sto al telefono mentre faccio strade in cui non mi sento sicura”; “Ho iniziato a portare con me la bomboletta spray al peperoncino dopo alcuni episodi di gente aggressiva sotto effetto di sostanze” |
Ritiro dalle attività notturne o solitarie | “Non esco più la sera” “Non esco più la sera per paura di tornare a casa e lasciare auto al parcheggio lontano dalle abitazioni” |
Preferenza per mezzi di trasporto privati o più sicuri | “Preferisco prendere la macchina per raggiungere posti che sarebbero più comodi con i mezzi perché ho paura di prendere i mezzi in certi orari” “Uso più taxi” “Ho smesso di prendere il treno da sola dopo una certa ora” “Se sono sola dopo le 21.00 non esco in tramvia, ma con la macchina e se rientro dopo le 21.30/22.00, non trovando parcheggio vicino casa, faccio uscire mio marito che va a parcheggiare” “non uso più la tramvia” |
Assistenza e compagnia durante gli spostamenti | “Corro e torno velocemente verso casa” “Mi faccio sempre accompagnare a casa la sera o sto al telefono”. “La sera non faccio rientrare mia figlia a piedi da sola”. |
Cambiamenti nella routine quotidiana o residenza | “Da ex residente del centro storico, a malincuore, ho dovuto spostarmi fuori”. “Ho venduto casa e cambiato quartiere a seguito di due aggressioni alla mia fidanzata” |
L’insicurezza percepita sui mezzi di trasporto compare anche nell’indagine che Gest[3] conduce sugli utenti del tram periodicamente. Si tratta in questo caso di un campione rappresentativo degli utilizzatori del mezzo e quindi un dato altamente significativo quello che riguarda la valutazione di “Sicurezza rispetto a furti, borseggi o molestie a bordo mezzo”, l’unico indicatore di tutti quelli sondati che non raggiunge la sufficienza di 6/10 (né per la linea T1 né per la linea T2).
In generale, qualcuno si riconoscerà in queste risposte, per altri di noi queste reazioni possono sembrare eccessive. Il motivo è che i rischi che corriamo e la nostra reazione davanti a ciò che potrebbe minacciarci non sono le stesse ma dipendono in modo cruciale dalle zone che frequentiamo, dai mezzi con cui ci spostiamo, dal genere, dall’ età, dal colore della pelle, in alcuni casi anche dall’orientamento sessuale. Per questo alcuni di noi, e in particolare le fasce più vulnerabili della popolazione, possono sentirsi particolarmente minacciate, la perdita di libertà che ne consegue viene vissuta come un’ingiustizia, e la qualità della vita ne risente seriamente. Si pensi, ad esempio, ai bambini che sono tra i primi a perdere la propria autonomia e libertà in città percepite come non sicure.
Sulla base di quanto dice la giornalista e attivista Jane Jacob[4], si possono identificare alcuni elementi principali che concorrono a formare la domanda di sicurezza:
I manifesti appesi dal Comitato Palomar sul cinema Fulgor, che ha chiusi i battenti da qualche anno. Sarà importante – come richiesto da una petizione che ha raccolto oltre 1.000 firme – che l’ex cinema non diventi l’oggetto di una ennesima speculazione immobiliare, ma che diventi luogo aperto alla comunità.
Questi elementi sono rintracciabili anche nelle risposte fornite dai rispondenti del questionario (Fig. 3). Per alcuni, questa sensazione è concretamente legata a esperienze vissute, come furti in garage, sottrazioni di biciclette e aggressioni personali. Altri invece riflettono su una percezione più sfumata, caratterizzata da un senso di inquietudine generale. Inoltre, c’è chi associa l’insicurezza all’ambiente circostante, evidenziando il degrado urbano in alcune zone dove la presenza delle autorità è scarsa o addirittura assente, come nel caso delle zone intorno a edifici che hanno perso funzione o vie senza negozi. Queste aree sembrano essere abbandonate a se stesse, creando un senso di disagio per chi le abita o le frequenta. Infine, per molti partecipanti, l’insicurezza è strettamente legata alla presenza di individui in condizioni di disagio evidente ed alterazione da abuso di droghe e/o alcool.
Figura 3; Fonte: dati raccolti tramite questionario autosomministrato; n=494;
É fondamentale però provare a tenere insieme le percezioni di chi vive la città con i dati reali che ci possono servire a quantificare alcuni aspetti oggettivi dell’insicurezza. Per quanto riguarda il rischio concreto, riportiamo in Figura 4 i dati sul numero dei reati commessi descritto dai dati Istat “Delitti denunciati all’autorità giudiziaria da Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza” per la provincia di Firenze, 2006-2022[5]. È importante tenere a mente che il numero di reati in sé non è misurabile, il numero di denunce, ad esempio, potrebbe risentire fortemente dalla propensione a denunciare, e anche questo indicatore, che riguarda l’attività delle forze dell’ordine non è perfetto, in quanto risente dell’attività e della consistenza delle forze dell’ordine (in lieve ma costante calo negli ultimi anni come si vede in Figura 5). Il primo dato che emerge da queste serie storiche è l’assenza di o un trend di crescita significativo negli ultimi 16 anni. In ogni caso nel 2022 i reati riportati dalla polizia all’autorità giudiziaria sono ancora nettamente al di sotto del valore del 2006 (normalizzato a 1 nella figura sottostante). Quello che però si nota nel grafico, per gli anni precedenti al COVID (2016-2019), è un disallineamento del trend fiorentino rispetto ai dati della Toscana, centro Italia e dell’intero paese, che vedono il numero di reati scendere; a Firenze il trend è stato in quegli anni invece in crescita. Difficile però trarre conclusioni sulla base di questi pochi punti nel tempo, perché l’andamento è interrotto bruscamente dall’arrivo della pandemia. Quando saranno disponibili i dati per il 2023 e 2024 sarà più chiaro se si tratta di un trend vero e proprio o di un andamento erratico in crescita in due momenti nel tempo[6].
Le misure presentate dall’attuale amministrazione all’interno del Piano Sicurezza[7] puntano principalmente su misure di tipo repressivo: telecamere, pattuglie, etc.. Secondo noi, gli interventi che mirano ad affrontare il tema della sicurezza dovrebbero invece vertere su tre assi strategici: Prevenzione del crimine, lavorare sulle condizioni ambientali, aumentare la coesione sociale della comunità. In basso le nostre raccomandazioni.
Interventi di protezione sociale tesi a portare cittadini in condizioni di povertà e le loro famiglie fuori dalla condizione di povertà ed esclusione hanno anche l’effetto di secondo ordine di ridurre la probabilità che questi soggetti si affidino a atti di criminalità per sopravvivere. Alcune azioni specifiche, infatti, possono notevolmente diminuire i rischi associati a reati che alimentano il senso di insicurezza nelle città.
[1] Ringraziamo le tante persone che ci hanno dato feedback preziosi durante l’elaborazione di questo approfondimento.
[2] Per maggiori informazioni sul questionario: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSccRrFQJbXhvaDEVlm-JgCMGsMKkZI0PTQd_f-WWGi1lVoQtw/viewform?pli=1
[3] https://mobilita.comune.fi.it/export/sites/mobilita/materiali/tramvia/12_02_13_GEST2023_CustomerSatisfaction.pdf
[4] Autrice di “The Death and Life of Great American Cities”
[5] Fonte: elaborazione Ecolò su dati di Istat “Delitti denunciati all’autorità giudiziaria da Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza”. I valori sono espressi in termini relativi al primo anno disponibile 2006=1.
[6] Una conferma che si tratti di un trend effettivamente in crescita viene dalle anticipazioni da parte della Polizia di Stato divulgate a mezzo stampa ma non ancora integrate nei dati Istat https://questure.poliziadistato.it/it/Firenze/articolo/14446597f973789d4620926471
[7] https://www.thedotcultura.it/sicurezza-nardella-presenta-il-piano-in-10-passi-primo-punto-piu-vigili-urbani/; https://www.comune.fi.it/comunicati-stampa/sicurezza-palazzo-vecchio-vara-due-maxiprogetti-guardie-giurate-armate-di-notte; https://www.comune.fi.it/comunicati-stampa/piano-sicurezza-il-parco-delle-cascine
[8] Alcuni importanti contributi qui: http://www.asspantagruel.org/?page_id=576
[9] Per sapere cosa si intende per “riduzione del danno”, qui una panoramica: https://hri.global/what-is-harm-reduction/italian/
[10] https://sds.comune.fi.it/dalle-redazioni/avviso-manifestazioni-di-interesse-sistema-di-azioni-di-riduzione-del-danno-persone
[11] Esempi internazionali: https://www.rts.ch/info/regions/geneve/12236235-quai-9-le-local-de-consommation-de-drogues-de-geneve-ouvrait-il-y-a-20-ans.html
[12] https://www.comune.fi.it/system/files/2023-08/3_3_1a_Scheda%20progetto%20POLIS%202.0.pdf
[13] https://corrierefiorentino.corriere.it/notizie/cronaca/24_febbraio_28/firenze-al-posto-dell-ex-teatro-comunale-un-maxi-edificio-di-8-piani-156-appartamenti-di-lusso-per-gli-affitti-brevi-5b728c96-7fc0-4a25-8d96-16eadc6b9xlk.shtml
[14] https://www.frontiere.polimi.it/linventore-della-citta-dei-15-minuti/
[15] https://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1177/0042098019895224
[16] http://www.retecasedelquartiere.org
[17] A Firenze è attivo il servizio “Taxi Rosa” che dovrebbe dare priorità alle donne durante le fasce notturne. Tuttavia, secondo molte donne questo servizio non è efficace in quanto costringe comunque le donne a lunghi tempi di attesa.