Abbiamo appena sperimentato settimane difficili. Incendi, inondazioni, temperature estreme sono il segno che le conseguenze del cambiamento climatico stanno iniziando ad essere chiaramente percepibili anche in queste zone del pianeta. Di fronte all’avverarsi delle previsioni scientifiche non dobbiamo rimanere paralizzati o cercare scorciatoie. Dobbiamo iniziare la transizione verso un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo.
In questo contesto le elezioni 2024 saranno importanti perché non c’è più altro tempo a disposizione per preparare le nostre comunità al cambiamento. Quello inevitabile, e quello necessario. Firenze si deve preparare al futuro, un futuro che ci impone di cambiare.
Intorno a noi iniziano sempre più a diffondersi iniziative nella direzione di una conversione ecologica delle città, all’estero così come in Italia. Bologna Città 30 ne è un esempio, così come la promozione e diffusione delle Comunità Energetiche (rallentate solo dalla mancanza dei Decreti attuativi in capo al Governo Meloni), la riorganizzazione degli spazi urbani con maggior presenza di alberature e recupero della vivibilità degli spazi per le persone, incentivi per la mobilità dolce e l’uso dei mezzi pubblici e molte altre.
Anche a Firenze qualcosa si muove, ma molto altro continua a spingere verso eccessivi consumi di tutto: risorse, spazi, suolo, energia, con il turismo come principale motore del modello di business della città. Sono dominanti modelli di gestione del pubblico lontani dal concetto di solidarietà, vicini, invece, all’interesse di pochi: la creazione della multiutility e la quotazione in borsa di un bene pubblico come l’acqua o la destinazione a nuove strutture ricettive di aree di pregio ne sono l’esempio.
È arrivato il momento per dare centralità ad un approccio nuovo che costruisca una prospettiva di benessere per chi la città la vive quotidianamente, con le persone e l’ambiente al centro delle scelte politiche strategiche e concrete. Occorre un progetto di governo di emergenza climatica per la nostra città. L’associazione politica Ecolò è disponibile a farne parte. Vogliamo esserci perché siamo convinti che pensare le città a misura di persona, garantendo il diritto all’ambiente e alla socialità, sia l’unica risposta in grado di affrontare un futuro che ha bisogno di nuove opportunità per tutti e non di protezione di rendite ben consolidate.
Pensiamo anche che questa proposta, per essere vincente, debba essere in grado di andare oltre alla visione che ha governato la città negli ultimi 15 anni. Valorizzando le cose buone che sono state fatte, ma cambiando prospettiva negli ambiti che hanno portato ad un deterioramento della qualità della vita dei fiorentini. Non si può immaginare di costruire una coalizione che guardi al cambiamento con chi ha come prospettiva quella di perseverare nel modello di sviluppo ormai vecchio: più libertà ai privati, più aerei, più turisti, più strade, più consumo di suolo.
Pensiamo che debba essere una proposta aperta e democratica, che possa essere discussa con il nuovo corso del Partito Democratico a guida Schlein e che possa ambire a definirsi in una coalizione che parli con la Sinistra, ad iniziare dal gruppo consiliare Sinistra Progetto Comune e con il Movimento 5 Stelle. Una coalizione che si confronti tanto sui temi, quanto sulla scelta di chi la possa rappresentare e sulle regole dello stare insieme.
Una proposta che metta come punto di partenza la visione ecologica e solidale di futuro e costruisca da qui un nuovo patto con e per la Città.
Siamo consapevoli che il sentiero è stretto. Ci sono le dinamiche interne al Partito Democratico, quattro anni di opposizione e scontri con il Movimento 5 Stelle e la Sinistra, c’è la relazione complicata con Italia Viva, e la paura che, dopo tutti gli altri capoluoghi, nel 2024 possa essere Firenze a sancire una definitiva svolta a destra della Toscana. Ma siamo convinti che il modo giusto per uscire dall’angolo, per dare nuova speranza agli elettori che non vogliono svoltare a destra, sia proprio guardare fuori. Guardare ad una transizione ecologica che non lasci nessuno da solo ad affrontare le sfide che ci aspettano.
Se questa è la prospettiva Ecolò è disponibile a iniziare a lavorare da subito ad un programma per una Firenze che guarda al futuro, alle persone, al pianeta.
Caterina Arciprete e Giovanni Graziani
Co-portavoce dell’Associazione Ecolò
L’area che ospitò le Officine Galileo dal 1909 e che si convertì al settore meccanotessile dopo la liberazione di Firenze attende ancora una sua destinazione definitiva. Un’area strategica e densa di storia che si è accompagnata negli ultimi 40 anni ad un reale processo di partecipazione attraverso il Comitato “Il Meccanotessile è dei cittadini”. Siamo nel Quartiere di Rifredi, in un’area compresa tra l’Ospedale di Careggi e Piazza Dalmazia.
A Firenze riteniamo necessario incidere su questo spazio e perciò abbiamo intervistato l’Architetto Giuseppe Santarelli, memoria storica del comitato e già presidente della Commissione speciale sul Meccanotessile del Quartiere 5.
Ecoló: Buonasera Giuseppe. Innanzitutto, grazie per questo momento di approfondimento e confronto. Rappresenti stasera il comitato “Il Meccanotessile è dei cittadini”, cosa è necessario raccontare della sua storia per capire le vicende attuali?
Arch. Santarelli: E’ necessario partire dagli anni ’70, periodo in cui i cittadini già dimostrarono la forte volontà di partecipare al processo decisionale sul destino dell’area.
Il Meccanotessile rappresenta la storia industriale di Rifredi, quartiere di Firenze nato intorno alle fabbriche. Alla fine degli anni ’70 la produzione del complesso industriale fu trasferita a Campi Bisenzio prevedendo di demolire e sostituire i fabbricati esistenti con nuovi edifici ad alta densità abitativa (La nuova destinazione residenziale era frutto del P.R.G. del 1962 che aveva destinato l’area in questione a zona di ristrutturazione edilizia). Gli operai e la cittadinanza si ribellarono alla decisione e cercarono di fermare le ruspe riuscendo, in nome della memoria storica del lavoro di molti operai ancora residenti nel quartiere, a salvaguardare il fabbricato principale che rappresenta un importante esempio di archeologia industriale, era il 1981.
Il Comune finanziò così alla fine degli anni ’80 un ingente restauro conservativo dell’immobile, che era stato destinato a Museo dell’Arte Contemporanea. Nasce allora il primo comitato cittadino che vuole partecipare al processo politico attraverso il dialogo con l’amministrazione. Il progetto è ben accetto ma il comitato ritiene necessario riportare alla politica la forte necessità di servizi per bambini, giovani ed anziani del quartiere, da inserire all’interno degli spazi. Una parte dei cittadini che avevano aderito al comitato fece Osservazioni al Piano Regolatore Generale proponendo: “Area a verde Pubblico con alberi di alto fusto al posto di manufatti edilizi e parcheggi di superficie”. Le Osservazioni furono in parte accolte: il futuro museo di arte contemporanea avrebbe mantenuto un’area a verde al di sopra del nuovo parcheggio sotterraneo (ed uno spazio di memoria del lavoro), i servizi sociosanitari sarebbero sorti in un edificio presso Via Bini.
Ecoló: Quando sono partiti i lavori di restauro conservativo?
Arch. Santarelli: Nel Maggio del 1990 si apre il cantiere, primo lotto e primo stralcio per la costruzione del nuovo Centro D’Arte Contemporanea nell’area delle ex Officine Galileo finalizzato alla ”conservazione e recupero integrale del padiglione ex Meccanotessile”. Il 17 Aprile del 2000 con delibera n. 488, la Giunta Comunale approva il progetto esecutivo del secondo stralcio per il completamento dei lavori e della gestione economica e funzionale dell’intero complesso mediante Atto di Concessione e gestione (questa seconda parte non andò a buon fine). Attraverso la presenza di membri del comitato all’interno del consiglio di quartiere nasce la “Commissione speciale sul meccanotessile”, trasversale ai partiti politici, che si riunisce dopo cena per poter coinvolgere la cittadinanza. Per il quartiere l’anno 2001 è infatti un momento particolarmente dinamico nella partecipazione al processo: nel frattempo la commissione decise la nuova definizione del Centro: Centro delle Arti Contemporanee. Si realizzano tesi di laurea sul tema seguite direttamente dalla Commissione speciale sul Meccanotessile che organizza, insieme all’Assessore alla Cultura del Comune di Firenze , presso il circolo SMS di Rifredi eventi e mostre sull’arte contemporanea, il giornale “Il Colle” segue le vicende mantenendo aggiornati i cittadini.
Ecoló: Questo connubio tra cittadini e politica sembra destinato a grandi risultati. Cosa è successo dopo?
Arch. Santarelli: Attraverso vicissitudini legate ad appalti e ricorsi i lavori si fermano per anni, inoltre la Commissione Meccanotessile si scioglie al termine del primo mandato del Sindaco Domenici. Nel 2009 Matteo Renzi cambia rotta politica sul destino dell’ex Meccanotessile e il progetto si interrompe totalmente: l’area viene messa in vendita, infatti il 4 febbraio 2010 il lotto viene inserito nel piano di alienazione del Comune. E’ in questo momento storico che nasce il secondo Comitato, cioè l’attuale “Il Meccanotessile è dei cittadini” (questo nome fu fortemente voluto da Romano Moretti, principale fondatore ed animatore del comitato per significarne l’appartenenza alla città ed ai cittadini), per fermare la cessione del Bene Pubblico e salvaguardare questo luogo nevralgico per tutto il quartiere. Per il Comitato l’ipotesi di vendita era illegittima, sia sotto il profilo urbanistico che sotto quello giuridico: gli immobili erano pervenuti in proprietà al Comune di Firenze come oneri di urbanizzazione “ex Officine Galileo”, per realizzare servizi pubblici di diritto che erano e sono ancora più che mai necessari alla sopravvivenza del Quartiere. Tutta l’area era funzionale all’attuazione degli standard urbanistici, che erano relativi alla grande volumetria già edificata dopo il trasferimento della fabbrica e a compensazione del grande impatto edilizio dell’area.
La forte pressione dei cittadini e del comitato porta alla rinuncia del Sindaco alla vendita e al varo di un nuovo progetto, con la partecipazione attiva del comitato, nel mese di settembre del 2011. Il nuovo progetto prevede un giardino pubblico, un asilo, una ludoteca, una biblioteca, un centro anziani, (posti auto), l’archivio comunale e una piazza coperta e spazi per la documentazione della storia della Galileo. In cambio verrebbero venduti gli ex laboratori, gli ex uffici e lo spazio-mensa della ex Galileo, con destinazione per appartamenti e residenze per studenti.
Ecoló: Così arriviamo ai giorni nostri. Per cosa lotta adesso il comitato?
Arch. Santarelli: vanificato il progetto del centro delle arti contemporanee ma bloccato il processo di vendita ai privati, ottenuto il giardino pubblico adesso il confronto con l’Amministrazione è legato a come garantire i servizi necessari al quartiere come precedentemente argomento e come integrarli con la destinazione del fabbricato principale a due Istituti di eccellenza come l’ISIA E l’INDIRE. Mentre si argomentava di Istituti di eccellenza e servizi un’altra questione è sorta quest’anno quando la Giunta ha deliberato 60 mini alloggi di housing sociale a canone calmierato, chiamati “volano” in quanto provvisori, all’interno di parte dei volumi dell’ex meccanotessile, nello specifico da inserire negli ex uffici ed ex mensa. Il Comitato sta quindi chiedendo all’Amministrazione Comunale come si possa conciliare la necessità di servizi richiesti da 40 anni con un complesso inserimento demografico in un luogo dove ancora mancano spazi aggregativi, culturali, spazi per giovani e anziani. In un approccio multidisciplinare è necessario creare le condizioni per un assorbimento di pressione sociale rendendo l’intervento di edilizia sociale una risorsa anziché un problema. Il comitato ritiene che 60 alloggi volano siano un numero incompatibile con l’area, oltretutto al momento tale progetto sarebbe in sostituzione a quei servizi tanto attesi.
Il prossimo appuntamento è il 14 Dicembre 2021 quando una delegazione del comitato sarà ricevuta dalla
Vicesindaca A. Bettini a Palazzo Vecchio.
Ecoló: Si è parlato di cosa, ma forse è importante anche spendere due parole su “come”. Il progetto su cui si lavora da anni riesce a recepire l’esigenza di un impatto ambientale ridotto ed essere un esempio di edilizia moderna?
Arch. Santarelli: come comitato abbiamo proposto da sempre l’installazione di pannelli fotovoltaici sulla
copertura del fabbricato principale, che si presta a un progetto moderno e sostenibile, ma non è mai stato
recepito perché, ci è stato sempre detto, non gradito alla Sovrintendenza ( l’edificio principale è sottoposto
a vincolo).
Ecoló: Grazie per il tempo che ci hai dedicato!
Per quale futuro del meccanotessile lottare?
Come Ecolò riteniamo che un ecologismo sociale richieda lo studio approfondito dell’impatto del
progetto di alloggi volano, là dove i cittadini lottano da anni per la creazione di servizi mai realizzati.
E’ necessaria una coesistenza tra la necessità di edilizia sociale, i servizi ai cittadini e la memoria storica
del quartiere. E allora perché non partire proprio dal progetto di servizi per analizzare quanti alloggi
volano possono essere compatibili e integrabili? Affinché l’housing sociale sia una risorsa per il
quartiere occorre che sia inserito con equilibrio nel tessuto del quartiere.
Ci preme anche chiarire che una valutazione sul progetto non può prescindere da quali tecnologie l’Amministrazione prevede di usare. Un’area così strategica e nevralgica deve essere esempio per la città di come possa essere sostenibile la riconversione di un ex fabbricato industriale. E’ possibile realizzare qualcosa di molto ambizioso, prevedendo una copertura che produca energia elettrica, stazioni di ricarica per auto elettriche nell’adiacente parcheggio, riuso delle acque meteoriche per l’irrigazione del giardino, pompe di calore geotermiche, impiantistica a risparmio energetico.
Crediamo sia necessario utilizzare questi spazi per dare un segnale di città innovativa che sperimenta sia nel sociale che nel rispetto dell’ambiente. Firenze può fare un salto di qualità e l’ex Meccanotessile è una grande opportunità per tutti, dal Comune ai cittadini.