Ecolo’: per prima cosa grazie per la disponibilità a raccontarci cos’è Marea Ecologista! Ti conosciamo bene per la tua attività come verde prima e poi come una delle figure più influenti in Italia sui temi dell’economia circolare. Vuoi raccontarci qualcosa in più di te? Qual è il percorso di vita che ti ha portato a lanciare il progetto Marea Ecologista?
Rossano Ercolini: Non c’è dubbio che il movimento rifiuti zero nella sua articolazione che coinvolge comitati, associazioni, ma anche 330 comuni italiani e numerose imprese innovative rappresenti uno dei pochi esempi vincenti di scenari ambientalisti materializzati in “buone pratiche”. Ma questo risultato per estendersi e divenire irreversibile deve confrontarsi con le problematiche più complessive legate alla “crisi ecologica globale” sempre più drammatica. Per questo qualsiasi movimento che si occupa di tematiche ambientali non può non porsi il problema della “governance” e cioè di come rispondere in termini operativi e progettuali alla sfida della transizione- rivoluzione ecologica. In altri termini è ineludibile da parte della politica porre al centro quale “madre di tutte le questioni” la “questione ambientale”. E poiché le forze politiche tradizionali (ma anche i 5 stelle al di là di meritevoli eccezioni di singoli deputati/senatori) nei fatti dimostrano di “rimuovere” tale centralità occorre porre all’ordine del giorno l’obiettivo di una “costituente ecologista” che rappresenti una sorta di “sbocco al mare” per tutti quei percorsi, piccoli e grandi che dai territori invocano una svolta ecologica;
Siamo ad un BIVIO. Non esiste un PIANO B: o sapremo imboccare la via di una pacificazione con il Pianeta o il nostro modello di “civilizzazione” collasserà innescando una sorta di lunga “agonia” di un sistema che continua a trattare il Pianeta come una specie di supermercato da cui prelevare senza sosta. Non a caso le nuovissime generazioni hanno ben percepito la sfida radicale in atto attraverso il movimento di Greta e dei Fridays for Future. Ovviamente ci sono ancora margini importanti per fornire risposte positive, ma non abbiamo troppo tempo per farlo.
Ecolo’: In questi anni come si è mossa Zero Waste Italia? Quali sono i risultati di cui sei più orgoglioso realizzati a livello locale e nazionale? C’è qualcosa che, invece, tornando indietro faresti diversamente?
RE: Zero Waste è un movimento di successo. Basti pensare che alla sua nascita nel 2003 la raccolta differenziata arrivava al 17% su scala nazionale mentre oggi supera il 63%. Questi risultati che non sono certo tutti ascrivibili al nostro movimento non sarebbero stati nemmeno immaginabili senza il lavoro immane di disseminazione di trasferimento delle conoscenze dal basso svolto da Zero Waste che rappresenta davvero un esempio concreto di “scienza dei cittadini” e di “apprendimento dal basso”. La sconfitta dell’inceneritore di Case Passerini di Sesto Fiorentino rappresenta davvero una pietra miliare di questo percorso. Certo si può fare sempre meglio, ma se mi guardo indietro dico che non solo non abbiamo fatto errori significativi, ma addirittura in certi momenti abbiamo saputo “camminare sull’acqua” connettendo il NO ad inceneritori e discariche con i SI’ a concrete soluzioni di riduzione, riuso riciclo degli scarti;
Ecolo’: L’IPCC, il gruppo di scienziati che lavora per l’ONU sui cambiamenti climatici, ha dato più volte l’allarme lanciando di recente l’ultima chiamata per salvare l’ecosistema globale. Quali pensi che siano le azioni prioritarie che l’Europa e l’Italia dovrebbero compiere?
RE: Certamente la sfida più importante della transizione ecologica è quella di passare da un modello lineare dissipativo ed insostenibile (estrazione, produzione, distribuzione, consumo e smaltimento) ad un modello circolare basato sul rispetto dei cicli e dei tempi di rigenerazione naturali. Anche dal punto di vista geopolitico la sfida è passare da un modello basato sullo sfruttamento degli idrocarburi ad un modello tecnologico avanzatissimo basato sui “nuovi materiali rappresentati dalle terre rare” attualmente concentrate nelle mani della Cina (al 90% della commercializzazione) proprio nell’era che gli analisti chiamano della “raw material scarcity” e cioè della scarsità delle materie prime indotte dalla competizione globale dei colossi dell’economia mondiale (non solo USA ed Europa ma soprattutto Cina, India, Indonesia, Brasile ecc). La sfida anche in termini sociali può essere vinta considerando i “vecchi rifiuti” (pensiamo ai Rifiuti elettrici ed Elettronici) quali “miniere urbane” da cui estrarre preziose materie prime sempre più introvabili in natura;
Ecolo’: Il Governo Draghi ha per la prima volta un ministro per la Transizione Ecologica. Una svolta nella definizione di un ministero che, per essere efficace, non può chiaramente occuparsi solo di ambiente. Pensi che il Governo stia mantenendo le aspettative? C’è qualcosa che si poteva fare o fare meglio?
RE: Il Governo Draghi non si muove in questa direzione. In particolare il Ministro della Transizione Ecologica Cingolani non solo appare inadeguato ed anche estremisticamente aggressivo nei confronti dell’ecologismo ma risulta deliberatamente ostaggio delle lobby del petrolio e della parte più arretrata di Confindustria assumendone spesso le fraseologie e i simboli. Aver rispolverato la “necessità” del nucleare non solo è un’offesa a tutto il popolo italiano che con il referendum ha seppellito quello scenario ma appare “fuori tempo” visto che per esempio la Germania sta smantellando le proprie centrali. Quali priorità? Mettere a sistema l’economia circolare finanziandola non con gli spiccioli del PNRR, ma in modo massiccio con la prospettiva strategica di una riconversione della nostra industria manifatturiera che ha bisogno come il pane di materie prime da estrarre dagli scarti e da sottrarre alle speculazioni in atto sul mercato energetico e delle materie prime;
Ecolo’: Parliamo di Marea Ecologista. Per noi ecologismo non significa solo de-carbonizzare il sistema produttivo o ridurre i rifiuti, crediamo che ecologia voglia dire anche valorizzazione delle diversità e quindi protezione dei più deboli. Sei d’accordo?
RE: Dal punto di vista strategico (vedi il mio ultimo libro IL BIVIO edito da Baldini e Castoldi) la contraddizione principale in atto è rappresentata dai modelli di civilizzazione umani basati su prelievi senza limiti e i cicli naturali dai quali è dato prelevare rispettandone però i tempi di rigenerazione. Quindi si potrebbe dire che la contraddizione principale di questo passaggio storico è tra UOMO E NATURA. Questo non significa che all’interno di questa contraddizione principale non ne risiedano altre a partire da quella “sociale”. Temi come il riscaldamento globale o della desertificazione dei suoli non solo muovono dalla contraddizione principale di cui prima, ma innescano anche migrazioni bibliche legate all’impoverimento di masse crescenti di popolazione. Con la pandemia (che l’ONU dichiara essere l’effetto dei livelli di coartazione della biodiversità) questo processo si è addirittura accelerato. Difesa dell’ambiente e lotta per la giustizia sociale sono inscindibili;
Ecolo’: Il 27 novembre vi siete trovati a Firenze, presto vi incontrerete a Milano, cosa ci dobbiamo aspettare da Marea Ecologista?
RE: Dopo il riuscito incontro del 27 novembre appare sempre più urgente costruire uno spazio aperto in cui far convergere tutte le energie ecologiste senza settarismo ma con instancabile spirito inclusivo. Non si tratta di affermare in modo surrettizio “paternità” e merito, ma semmai fornire “dispositivi” dove questo processo possa avvenire soprattutto dal basso. Ecco il senso della proposta avanzata da Zero waste di una Costituente Ecologista dove ogni soggetto piccolo o grande possa avere piena “cittadinanza” e valorizzazione. Sono sicuro che anche la imminente assemblea di Facciamo Eco (www.assembleaecologista.org n.d.r.) andrà in questa direzione. Ne attendiamo i risultati per sviluppare insieme a tutti i partecipanti gli sviluppi.
Ecolo’: Anche noi siamo convinti che in Italia manchi una rappresentanza adeguata della visione ecologista nel panorama politico. Il grande tema che vediamo per i prossimi mesi è come sia possibile mettere attorno a un tavolo tutto l’ecologismo politico per costruire una lista in grado di rappresentare gli ecologisti in parlamento. Avete in mente una road map? Chi sono i soggetti con cui immaginate di avviare un confronto?
RE: In questo senso la Road Map immaginata attraverso la proposta di Costituente Ecologista come già detto si intreccia con quanto avverrà anche dal lavoro di tanti altri soggetti locali e nazionali. Guai a chiudere! Il “gioco comunicativo” deve prevedere orizzonti apertissimi ed inclusivi. Ovviamente basati su progetti e proposte programmatiche condivise. Zero Waste chiede a tutti i soggetti in gioco di assumere in modo ufficiale la strategia rifiuti zero. Rifiuti Zero, dal canto suo si impegna a portare i propri contributi anche su altri aspetti della “questione ambientale” che come sappiamo non può essere ridotta a somma seriale di “questioni settoriali” (approccio sistemico);
Ecolo’: Conosci, come noi, aspetti non edificanti della storia dell’ecologismo politico in Italia. Noi abbiamo spesso avuto l’impressione che all’interno della Federazione dei Verdi mancasse una massa critica di persone tale da rendere possibile una dialettica interna e un ricambio di dirigenza. Vedi anche tu questo problema? Pensi che sia una caratteristica inevitabile dei piccoli partiti? Hai in mente dei meccanismi in grado di disinnescare questi circoli viziosi?
RE: I Verdi italiani, soprattutto nella seconda parte degli anni ’90 si sono trasformati da realtà in “movimento” con buone capacità di rigenerazione in “ceto cristallizzato” e giocato in funzione delle mire di visibilità e di carriera di singole personalità. Ciò ha portato per esempio gli assessori regionali verdi (vedi la Toscana) a sostenere la fallimentare politica della “termovalorizzazione” poi sconfitta dal movimento Rifiuti Zero. Per evitare questa degenerazione occorre curare i sistemi di trasparenza e di selezione soprattutto dei gruppi dirigenti e delle candidature. Occorre innanzitutto legare questi alle capacità dimostrate, agli obiettivi e alle vittorie raggiunte, ai livelli di effettiva promozione di cittadinanza attiva innescati. Non è tollerabile che l’ecologismo da necessità politica divenga una sorta di autobus su cui far salire improvvisazione, carrierismo, sete di potere. Anche la formazione diviene parte prioritaria di questo approccio teso ad “estrarre” il meglio dai soggetti sociali disponibili ed interessati alla Rivoluzione Ecologica;
Ecolo’: Noi consideriamo che un partito ecologista italiano debba nascere necessariamente all’interno della cornice del Partito Verde Europeo. Tu sei in contatto con i Verdi Europei? Come vedono la vostra iniziativa?
RE: In realtà i miei contatti con il partito Verde europeo si riducono a momenti sporadici di confronto e sono mediati per esempio dalla collaborazione con la parlamentare Eleonora Evi con la quale Zero Waste si è spesso positivamente rapportata sui temi del PNRR e del principio “Non arrecare pericoli significativi all’Economia Circolare”. Sono stato poi invitato due volte a far parte di forum dai livelli europei del Partito Verde che mi sembra stia seguendo con attenzione ciò che sta avvenendo in Italia probabilmente per evitare gli errori del passato che vedono in Italia percentuali molto basse per il soggetto politico ecologista a differenza di ciò che mediamente avviene nell’Europa continentale.
Per quanto mi riguarda ritengo che anche proprio dal punto di vista di Zero Waste il confronto positivo con una forza che è al governo per esempio in Germania sia un fatto stimolante che debba spingere tutti a muoversi nel solco di una collaborazione che connetta i livelli locali con quelli globali europei e comunque fuori da schemi autoreferenziali e localistici.
Ecolo’: Nel ringraziarti per la tua attenzione cogliamo l’occasione per invitarti il 5 Febbraio a Firenze per la nostra Assemblea Ecologista, un tentativo molto simile al vostro che parla al mondo delle associazioni e delle liste civiche ma con cui forse vi farà piacere confrontarvi alla ricerca di una sintesi.